Unghia incarnita

L’unghia incarnita è una patologia frequente, che affligge uomini e donne allo stesso modo e generalmente si presenta al primo dito dei piedi, l’alluce.

Cosa bisogna fare?

Se parlate, come noi da 30 anni, con chi ha sofferto di questa patologia, scoprirete storie incredibili di svariati percorsi terapeutici tra cui casi di persone che sono state operate 6/7 volte con dolori atroci e senza mai risolvere il problema, o peggiorandolo ancora, perdendo l’unghia per sempre perché gli è stata infine asportata! Può sembrare un problema semplice e banale a confronto con altre patologie più importati del corpo umano, ma non è così, per questo motivo è necessario affidarsi ad un professionista.

Unghia incarnita

Fasi di gravità

Le fasi di gravità di un’onicocriptosi sono state presentate dal Dr. Heifetz già nel 1937:

Grado 1: gonfiore ed eritema del solco ungueale laterale. I margini vengono coperti dai tessuti sempre più infiammati del solco laterale.

Grado 2: dolore crescente, presenza di infezioni acute ed attive, con manifestazioni di drenaggi sierosi. Persiste dolore che interferisce con la deambulazione e le attività sportive.
Grado 3: presenza di tumefazioni tessutali adiacenti al solco laterale dell’unghia. Si sviluppa così l’accrescimento dei tessuti molli circostanti, e l’intera superficie ungueale risulta parte del tessuto ipertrofico e infiammato, attribuendosi l’aspetto “incarnito”. Il tessuto di granulazione va incontro a riepitelizzazione con formazione di un cuscinetto che ricopre la lamina.

cause

Le cause dell'unghia incarnita

Esistono numerose cause diverse tra loro che favoriscono l’onicocriptosi.

Il modo errato di tagliarsi le unghie

Se tagliate troppo corte, durante la deambulazione, la pressione richiesta dal movimento, si concentrerà maggiormente sulla parte finale del tessuto molle, sprovvisto di sufficiente unghia, e col passare del tempo, i tessuti, tenderanno a svilupparsi verso l’alto e al momento della ricrescita, l’unghia si ritroverà bloccata e incuneata in una neoformazione “gonfiatasi” nel frattempo. Nel caso, invece, si tagli troppo obliquamente l’unghia, si va incontro al rischio di farla incarnire nei solchi ungueali e si aumentano i fattori di rischio di recidiva, avendo comunque lasciato dentro speroni di unghia che non si vedono, ma che crescendo si affossano nel solco ungueale che nel frattempo si è riposizionato al posto dell’unghia.

Indossare calzature troppo strette

La scarpa priva di spazio sufficiente per far appoggiare l’intero avampiede, va ad impedire il corretto movimento delle dita, sacrificando la punta e comprimendola verso il bordo della calzatura. L’unghia non avendo a disposizione lo spazio sufficiente, subirà diversi micro traumi ripetuti che la porteranno, nel tempo, a svilupparsi in maniere errata e ad incarnirsi. 

Urti e traumi

Può capitare di essere soggetti a un colpo inaspettato, anche compiuto da terzi, magari mentre si stava svolgendo un’attività sportiva oppure un oggetto pesante che ci cada sopra. In questo caso, il colpo subito favorisce la lesione del solco dell’unghia nella sua parte delicata, favorendo un’errata crescita. 

Cause di origine biomeccanica ed anatomica

Il valgismo dell’alluce: la compressione del primo dito sul secondo comporta una lesione dei tessuti periungueali laterali, dovuta alla ripetizione del microtrauma unghia-tessuti molli.

La pronazione dell’avampiede: mancando del giusto appoggio podalico durante la propulsione del piede nella camminata, si va ad aumentare la pressione sui tessuti molli periungueali degli alluci. 

Il piede quadrato: il secondo dito avendo raggiunto la stessa lunghezza del primo, può favorire l’unghia incarnita grazie al continuo appoggio costante sul primo dito per il conflitto ripetuto tra il I-II dito.

Queste situazioni morfo-biomeccaniche portano inizialmente alla onicofosi che, se non curata adeguatamente si può complicare in onicocriptosi per scorretto taglio dell’unghia, sovrapposizione micotica, uso di calzature e calze strette o inadatte.

Il modo errato di tagliarsi le unghie

Se tagliate troppo corte, durante la deambulazione, la pressione richiesta dal movimento, si concentrerà maggiormente sulla parte finale del tessuto molle, sprovvisto di sufficiente unghia, e col passare del tempo, i tessuti, tenderanno a svilupparsi verso l’alto e al momento della ricrescita, l’unghia si ritroverà bloccata e incuneata in una neoformazione “gonfiatasi” nel frattempo. Nel caso, invece, si tagli troppo obliquamente l’unghia, si va incontro al rischio di farla incarnire nei solchi ungueali e si aumentano i fattori di rischio di recidiva, avendo comunque lasciato dentro speroni di unghia che non si vedono, ma che crescendo si affossano nel solco ungueale che nel frattempo si è riposizionato al posto dell’unghia.

Indossare calzature troppo strette

La scarpa priva di spazio sufficiente per far appoggiare l’intero avampiede, va ad impedire il corretto movimento delle dita, sacrificando la punta e comprimendola verso il bordo della calzatura. L’unghia non avendo a disposizione lo spazio sufficiente, subirà diversi micro traumi ripetuti che la porteranno, nel tempo, a svilupparsi in maniere errata e ad incarnirsi. 

Urti e traumi

Può capitare di essere soggetti a un colpo inaspettato, anche compiuto da terzi, magari mentre si stava svolgendo un’attività sportiva oppure un oggetto pesante che ci cada sopra. In questo caso, il colpo subito favorisce la lesione del solco dell’unghia nella sua parte delicata, favorendo un’errata crescita. 

Cause di origine biomeccanica ed anatomica

Il valgismo dell’alluce: la compressione del primo dito sul secondo comporta una lesione dei tessuti periungueali laterali, dovuta alla ripetizione del microtrauma unghia-tessuti molli.

La pronazione dell’avampiede: mancando del giusto appoggio podalico durante la propulsione del piede nella camminata, si va ad aumentare la pressione sui tessuti molli periungueali degli alluci. 

Il piede quadrato: il secondo dito avendo raggiunto la stessa lunghezza del primo, può favorire l’unghia incarnita grazie al continuo appoggio costante sul primo dito per il conflitto ripetuto tra il I-II dito.

Queste situazioni morfo-biomeccaniche portano inizialmente alla onicofosi che, se non curata adeguatamente si può complicare in onicocriptosi per scorretto taglio dell’unghia, sovrapposizione micotica, uso di calzature e calze strette o inadatte.

Unghia incarnita: sintomi e conseguenze

Conseguenze di una mancata cura

È prudente agire con la giusta tempistica ed essere a conoscenza dei corretti metodi della cura del nostro piede.

Granuloma reattivo per mancate cure

Quando si ha l’unghia incarnita, è facile che si formi Granuloma Reattivo, una crescita esagerata del tessuto dermico, morbido, spesso, colmo di pus e facilmente sanguinante. Bisogna intervenire subito, in quanto ha la capacità di svilupparsi in breve tempo fino a trasformarsi in infezione. Il Granuloma Reattivo può essere curato con due prospettive diverse: o come medicazione tramite un processo curativo, per far calmare il dolore e far diminuire l’infezione, favorendo poi il trattamento podologico; oppure, come preparazione all’intervento podoiatrico diminuendo la pericolosa carica batterica ed evitando così l’esposizione a rischiose infezioni.

Unghia incarnita

Consigli e prevenzione

A meno che il problema sia congenito, i modi migliori per prevenire le unghie incarnite sono:

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    Unghia incarnita: pareri degli esperti

    Consigli ed errori

    Bisogna prestare molta attenzione su come agire per ottenere la risoluzione definitiva del problema. Leggendo sui vari forum o sfogliando le varie pagine web sull’argomento, diversi metodi vengono proposti e applicati senza razionalità e piuttosto che eliminare la patologia la amplificano.

    Sicuramente su questa patologia non si ha la necessità di applicare creme o medicine con proprietà antibiotiche, principalmente per due essenziali motivi: la crema causa un’ostruzione e un deterioramento del Granuloma e l’azione antibiotica non possiede caratteristiche dimostrate e verificate per eliminare i batteri dato che si è di fronte al caso di una ferita “viva” e in continua reinfezione per la presenza della spicula ungeale incisiva, oltre al fatto che l’utilizzo ripetuto di antibiotici aumenta la resistenza batterica.

    Anche la decisione di curarla tramite l’uso di antisettici, come i derivati del cloro o lo iodopovidone, è fortemente sconsigliato, perché tali prodotti aumentano solamente l’irritazione e la lesione invece di lenirla e di guarirla.

    Infine sono da escludere i pediluvi di acqua calda con sali che hanno proprietà inadeguate e non risolutivi.

    Una buona risoluzione del granuloma si ottiene tramite una crema senza alcuna proprietà antibiotica e priva di controindicazioni: l’Arnica. È proprio grazie alle sue naturali proprietà antinfiammatorie e analgesiche che entra a far parte dei rimedi naturali più efficaci. Per curare il granuloma si consigliano ripetuti impacchi di Arnica da trattenere tutta la notte, spalmandola abbondantemente sull’intera zona infiammata, non facendola assorbire interamente e appoggiando un velo di pellicola trasparente lungo tutto il dito in modo da non farlo andare su altre zone. L’Arnica aiuta il riassorbimento dell’infiammazione riducendo rapidamente il dolore. Questo tipo di trattamento omeopatico si applica esclusivamente se il Granuloma è ancora di piccole dimensioni e gestibile, se invece possiede caratteristiche più importanti, bisogna rivolgersi immediatamente ad un podologo podiatra per valutare di intervenire podologicamente o podoiatramente.

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